Itinerario D'Annunzio: Visita al Vittoriale degli Italiani

Quest'oggi vi porto a conoscere la Villa di Gabriele d'Annunzio, ho scelto questa gita fuori porta perchè trovo che questo piccolo paradiso sia un'ottima destinazione dove trascorrere ore piacevoli e spensierate alla scoperta del grande poeta vate, simbolo del decadentismo italiano.

Il Vittoriale degli Italiani è la Cittadella Monumentale che D'Annunzio allestisce dal 1921 al 1938, trasferendosi a Gardone Riviera, sulla riva bresciana del Lago di Garda. Non soltanto una casa ma un insieme di edifici, vie, piazze, teatri, giardini, parchi e corsi d'acqua.

|Vittoriale|



Consigli pratici


Il Vittoriale è bellissimo da visitare soprattutto in primavera e autunno per i colori che l'ampia vegetazione intorno alla villa regala. Il sito è talmente vasto che si perde la percezione del tempo e quindi consiglio di portarvi il pranzo al sacco.

Raggiungere Gardone Riviera è abbastanza semplice ma comporta l'utilizzo dell'automobile.

  • Se provenite dalla A4 Milano-Venezia prendete l'uscita Brescia Est e proseguite sulla Tangenziale Est per Brescia/Verona/Desenzano/Rezzato/Salò/Campiglio. Continuate sulla SS 45 bis o Gardesana Occidentale in direzione Salò e seguendo le indicazioni raggiungete Gardone Riviera, svoltate a sinistra per Via Vittoriale e siete giunti a destinazione.
  • Per chi proviene dalla A22 Brennero, uscite a Rovereto Sud e seguite le indicazioni per Riva del Garda/Lago di Garda Nord. Proseguite sulla SS 45 bis o Gardesana Occidentale in direzione Salò. Attraversate i paesi di Limone, Gargnano, Toscolano Maderno e una volta giunti a Gardone svoltate a destra in Via Vittoriale e siete arrivati. 
  • Se invece provenite dalla A22 Modena, seguite questa autostrada fino a Verona dopodiché immettetevi sulla A4 direzione Milano Brescia, uscite a Brescia Est e seguite la strada descritta nelle prime indicazioni.
Vittoriale
Il Vittoriale

L'ingresso alla Cittadella monumentale, essendo di proprietà della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani non è proprio cheap


Si possono scegliere fra tre diverse tipologie di biglietto:

  1. Percorso che prevede l'accesso al Parco Monumentale, Museo d'Annunzio Segreto, Museo d'Annunzio Eroe e visita guidata alla casa del Poeta. Intero € 16,00 - Ridotto € 12,00
  2. Percorso che prevede l'accesso al Parco Monumentale, Museo d'Annunzio Segreto e Museo d'Annunzio Eroe. Intero € 13,00 - Ridotto € 9,00
  3. Percorso che prevede solo l'accesso al Parco Monumentale e al Museo d'Annunzio Segreto. Intero € 8,00 - Ridotto € 6,00
La riduzione viene applicata sui visitatori con oltre 65 anni e sui ragazzi dai 7 ai 18 anni.

Consiglio di seguire il percorso completo, perché la visita alla Casa del Poeta ne vale davvero la pena. Qui di seguito vi fornirò una descrizione degli edifici dell'intero complesso di quella che è oggi la Fabbrica del Vittoriale.


Brevi cenni storici


La storia del Vittoriale inizia nel Febbraio del 1921 quando la Villa di Cargnacco appartenuta allo storico tedesco Henry Thode venne sequestrata dal Governo Italiano come risarcimento dei danni di guerra. Nell'Ottobre dello stesso anno, la villa detta "La Colonica" per il suo aspetto rustico, venne acquistata per 130.000 lire, cifra che raddoppiò con l’acquisto congiunto di tutto ciò che la villa conteneva: la biblioteca di circa 6000 volumi, il pianoforte Steinway, ritratti di Lembach, mobilio e cimeli, manoscritti di Wagner, ecc. Successivamente iniziarono i lavori di ristrutturazione per "stodeschizzarla" per mano dell' Architetto Gian Carlo Maroni (1893-1952), successivamente quando il complesso divenne una fondazione egli fu nominato soprintendente. Ad occuparsi delle sculture venne invece nominato lo sculture, incisore e orafo Renato Brozzi (1885-1963). Data molto importante per il futuro del Vittoriale è il 22 Dicembre 1923, giorno in cui venne stipulato l'Atto di Donazione (perfezionato poi nel 1930) al Popolo Italiano e sancito con il motto araldico Io ho quel che ho donato.

Mappa del Vittoriale
Mappa del Vittoriale


Il complesso museale del Vittoriale


  • Museo d'Annunzio Segreto
  • Anfiteatro
  • Casa del Poeta
  • Museo d'Annunzio Eroe 
  • Auditorium
  • Nave Puglia
  • MAS 
  • Mausoleo
  • Giardini e parchi

Il parco e la villa in se, raccolgono numerosi motti e iscrizioni del poeta scolpite in pietra e in bronzo. Superata la biglietteria ad attendervi trovate l'ingresso monumentale a doppi archi, notate la fontana posta al centro con iscrizioni tratte dal "Libro segreto" ultimo capolavoro del poeta e il celebre motto "Io ho quel che ho donato" posto nel timpano. Da qui si snodano due percorsi che portano: uno alla Prioria o Casa del Poeta, alla nave Puglia e al Mausoleo e l'altro ai giardini, all'Arengo e alle terrazze con limonaie e frutteti. Altro monumento che vi troverete davanti è il Pilo del Piave con la scultura della Vittoria Incatenata di Arrigo Minerbi.

 Ingresso Monumentale
Ingresso Monumentale con Fontana


Museo d’Annunzio Segreto


Il museo inaugurato nel 2010, trova posto nel grande spazio espositivo sottostante l’Anfiteatro. Al interno di un'ampia sala circolare, troverete una ricca raccolta dei vestiti del Vate, numerose calzature, la biancheria, gli abiti e le vestaglie (spesso disegnate da lui per le sue donne), i collari dei cani, la cancelleria, vasellame da tavola e gioielli. 


 Museo d'Annunzio Segreto
Museo d'Annunzio Segreto


Anfiteatro


L'Anfiteatro detto il Parlaggio (termine medievale con il quale si indicava l'area cittadina per le assemblee) progettato dall'architetto Maroni e concluso nel 1953, è ispirato ai teatri classici. Il panorama sul lago di Garda e sul Monte Baldo, che da qui si scorgere è a dir poco meraviglioso donando alla struttura una scenografia del tutto naturale. Ogni anno ospita numerosi spettacoli che spazio dalla danza e teatro ai concerti musicali.

Teatro
Teatro


Casa del Poeta


Dalla Piazzetta Dalmata, l'accesso alla Casa del Poeta è previsto in piccoli gruppi con l'accompagnamento di una guida, in quanto l'appartamento è ricco di oggetti e cimeli preziosi e ci si muove in spazi abbastanza stretti e poco illuminati. Inoltre non è consentito scattare fotografie.

|Vittoriale|
Casa del Poeta

  • Vestibolo. Sette gradini conducono a un pianerottolo al cui centro una colonna di pietra, dono di Assisi, reca al sommo un canestro con emblematiche melagrane: il frutto coronato, “regale” dunque. Sparse ovunque in ogni stanza, le melagrane, in vetro, pietra, rame o disseccate, sono uno dei tratti leit-motiv della casa. Nel fondo, fra due teste marmoree, la scritta di benvenuto: “Te hospitio agresti accipiemus”. Sul pianerottolo si affacciano due porte che conducono a due stanze entrambe d’attesa: l’oratorio Dalmata (a sinistra) e la stanza del Mascheraio (a destra). Sul retro dell’uscio che conduce all'oratorio l’iscrizione che allude al fatto di essere “veggente” dopo che un incidente di volo gli tolse la vista dell’occhio destro, mentre alla caduta “dall’alto” allude alla caduta da una finestra del primo piano.

Vestibolo
Vestibolo

  • Stanza del Mascheraio. La stanza è così denominata dalla scritta, con rinvii petrarcheschi, su marmo verde, incorniciata sopra lo specchio rivolta a tutti i visitatori e in specie a Mussolini (con vena polemica). Alle pareti, in scaffali disegnati da Maroni, troviamo posti libri e spartiti musicali di proprietà per precedente proprietario, Henry Thode. Potrete notare due bei vasi in ceramica faentina e sul tavolo oggetti in stile dèco. Il lampadario in vetro di Murano ripete la prediletta forma a cornucopia. In questa stanza d’Annunzio amava ascoltare anche musica leggera.

  • Stanza della musica o del Contrappunto. La stanza è chiamata così per gli intervalli disposti tra le colonne. Le colonne sono quindici: sulla più alta, al centro, vi è una copia in bronzo di Donatello raffigurante Eros che spezza l’arco. Il soffitto è rivestito da un prezioso damasco un poco ricadente, trattenuto da cordami. Per ragioni acustiche la stanza è infatti interamente rivestita dello stesso tessuto “belluato”, trattasi di tende in seta nera con motivo di belve dorate, poiché la musica rinnova qui il mito di Orfeo che ammansisce le belve. Importante è il caminetto, disegnato da Maroni con un motivo a colonne di marmo a più colori. Sul caminetto campeggiano idoli orientali e animali simbolici in bronzo. Troviamo una illuminazione ricercata in quanto le sei colonne sono sormontate da zucche luminose e tre canestri di frutta (sempre luminosa) in vetro di Murano. Altre colonne recano il calco in gesso con dorature per mano di d’Annunzio come sulla testa del Prigione Ferito di Michelangelo e sulla testa di Afrodite e  Hermes, tutti provenienti dal Museo del Louvre. Al centro della sala, giacciono due pianoforti a coda e strumenti musicali. I ritratti e cimeli musicali erano di H. Thode. Inoltre in questa stanza, dalla prima finestra, il 13 agosto 1922, d’Annunzio cadde e riportando una grave ferita al capo. Certo è che il 15 di quel mese egli avrebbe dovuto incontrare Mussolini e Nitti.

 Stanza della Musica
Stanza della Musica
  • Stanza del mappamondo. Il nome deriva dal grande mappamondo che la caratterizza. In passato era la biblioteca di H. Thode e qui vi sono conservati quasi tutti i libri d’arte dello storico tedesco. Di suo, d’Annunzio ha aggiunto il motto: “Aliquid amplius invenies in silvis quam in libris” insieme all'organo incorniciato da scaffalature e numerosi cimeli. Date un'occhiata anche alle reliquie napoleoniche come: la maschera funebre, di Napoleone, la clessidra e la tabacchiera dell’eroe di Ajaccio. Al soffitto, vi è appeso un galeone veneziano in miniatura e sul tavolo rotondo, sono disposte diverse edizioni illustrate della Divina Commedia.

 Stanza del Mappamondo
Stanza del Mappamondo
  • Zambracca. Questa stanza era adibita a diversi usi: spogliatoio, studiolo e sempre qui, specie negli ultimi anni, si faceva servire pasti veloci e solitari. La scrivania è il luogo dove il Poeta morì causa emorragia celebrale il Primo Marzo 1938. Nella stanza troviamo il calco della testa con doratura dell’Aurora di Michelangelo. Nell'angolo possiamo vedere il ripostiglio dei “farmachi” di cui era un abituale consumatore data la sua personale prognosi di malato immaginario.

Zambracca - Tavolo
Zambracca - Tavolo

  • Stanza della Leda. Il gruppo della Leda, fra le opere della “decadenza” più care a d’Annunzio, è posta in una nicchia, sul caminetto schermato da una griglia in ferro, con motivo geometrico a spighe. Sul Prigione michelangiolesco proveniente dal Louvre e posato sopra uno zoccolo di legno con la scritta “Amor fati”, d’Annunzio è intervenuto patinando e dorando il calco con la propria mano; e sempre sua è inoltre l’iniziativa di cingergli i fianchi con un drappo di seta. Così come le manipolazioni dei calchi delle due teste a fianco del letto. Anche in questa stanza troviamo idoli orientali. I tre dipinti posti intorno al letto interrompono il ritmo decorativo della fitta serie di piatti islamici e faentini. Il motivo rigato della tappezzeria si ripete nelle decorazioni del soffitto con i versi della Canzone dantesca. Questa era la stanza adibita ai riti amorosi.

 Stanza della Leda
Stanza della Leda

  • Veranda dell’Apollino. Adiacente alla stanza della Leda, venne aggiunta alla struttura originaria della casa allo scopo di illuminare con luce indiretta la camera da letto. Prende il nome dal calco del piccolo Apollo arcaico, qui accostato al calco della Psiche di Capua. Troviamo inoltre animali in miniatura e ritratti: in particolare quello della famosa attrice Eleonora Duse, grande amica e confidente del Poeta. Le pareti sono ornate con calchi delle metope del Partenone e riproduzioni fotografiche di celebri dipinti.

Veranda dell'Apollino
Veranda dell'Apollino

  • Bagno blu. Il bagno, di mattonelle e oggetti color blu come i sanitari, raccoglie circa novecento oggetti (tra cui numerosi animali acquatici) disseminati un po' ovunque conferendo alla stanza una straordinaria policromia.

 Bagno Blu
Bagno Blu

  • Stanza del lebbroso. Qui egli sostava in meditazione nelle solenni ricorrenze. Il luogo è infatti ascetico e mortuario, e venne allestito proprio perché vi fosse esposta la sua salma. Il Letto delle due età definito da d’Annunzio quello del lebbroso, “quasi culla e quasi bara”, al cui lato è posto un San Sebastiano ligneo. Lebbroso è come si definiva il Poeta, rinnovando la credenza medievale secondo la quale il lebbroso è signatus, cioè toccato da Dio, e quindi sacro, se non il Cristo stesso. Troviamo una vicinanza alla vita francescana probabilmente dovuta alla tonalità delle pareti e al rivestimento in pelle di daino tagliato a riquadri e tenuti insieme da lacci dorati. La decorazione del soffitto lacunare risulta dallo smembramento a puzzle di pitture raffiguranti Sibilla di Fiandra, Elisabetta d’Ungheria, Odilla d’Alsazia, Giuditta di Polonia e Caterina da Siena: cinque sante che d’Annunzio immagina gli siano apparse per persuaderlo a rinunciare ai piaceri terreni. Sulle vetrate policrome è riportata una scritta dai Salmi. L'armadio ad angolo è ricco di pitture e motti nei riquadri. Sul tavolo accanto all'armadio, i ritratti della madre, della sorella Elvira e della Duse.

Stanza del Lebbroso
Stanza del Lebbroso

  • Corridoio della Via Crucis e Stanza della Reliquie. Affacciato sul cortiletto degli Schiavoni e il portico del Parente, lo stretto corridoio è così nominato dalle formelle del Guidi in rame smaltato. Qui è inoltre il calco del frate piangente. La stanza delle reliquie è così chiamata perché contiene reliquie di guerra e fiumane a partire dal Rosso Gonfalone della Reggenza del Cornaro appeso al soffitto. Al centro del Gonfalone, il serpente che si morde la coda e simbolo emblematico dell’eternità, le sette stelle dell’Orsa Maggiore e il motto. Alle pareti, cortinaggi con disegni a melagrana e un grande arazzo di soggetto biblico appeso alla travatura l'incisione: "Cinque dita Cinque peccata" in quanto dei sette vizi capitali d’Annunzio esclude lussuria e prodigalità. La luce della stanza mistica è schermata da una vetrata policroma. L’alta travatura sorregge statuette di santi lignei di varia provenienza. Nella stanza troviamo anche due gli altari. Uno è composto da una piramide di idoli orientali, alla cui cima vi fa capo la Madonna col Bambino; l’altro è formato da un insieme di simboli religiosi e da reliquie cruente come il volante spezzato dell’inglese Sir Henry Segrave, morto nel tentativo si superare il record di velocità. Del pericolo invece da lui scampato sono testimoni sotto le ali spiegate di un' aquila, il grande bassorilievo del leone di San Marco, dono del Comune di Genova. Notiamo numerose scritte provenienti dai suoi scritti, altre bibliche, alcune in latino e altre in italiano.

 Stanza delle Reliquie
Stanza delle Reliquie

  • Stanza del Giglio e oratorio Dalmata. Il giglio è qui dipinto come motivo ornamentale nelle volte che racchiudono un armonium, e due pensatoi: le nicchie anguste simboleggiano l’isolamento e la concentrazione necessari allo studio e alla letteratura. Le scaffalature della stanza contengono infatti circa tremila volumi. L’oratorio Dalmata è la stanza d’attesa, per gli “intimi”, interamente rivestita dagli stalli di un coro seicentesco.

  • Scrittoio del Monco. Salite due brevi rampe di scale si raggiunge una porta che reca sull'architrave la scultura di una mano sinistra mozzata, dipinta in rosso, con la scritta: “Recisa quiescit” e sta a significare che d’Annunzio non è in grado o non vuole rispondere alla numerose lettere che riceve. La stanza si presenta in modo sobrio con una moltitudine di scaffali.

  • Officina. Questa stanza come si presume dal nome era adibita al suo lavoro. La particolarità sta nel modo di accedervi cioè non varcando ma salendo una soglia sbarrata da tre alti gradini che costringono chi entra a chinare il capo. Si distingue dalle altre stanze della casa per il chiaro mobilio funzionale e per la luminosità dell’ambiente. Qui sono custoditi gli attrezzi indispensabili alla scrittura. Troviamo, i gessi della Nike di Samotracia e la testa della Duse, sempre da lui stesso patinate in oro.  Sul volto della compagna che più l’aveva spronato al capolavoro d’Annunzio ha posto un foulard in quanto secondo lui, l’attrice è la “testimone velata” del suo impegno ininterrotto. Non mancano anche qui cimeli di guerra.

 Officina
Officina

  • Corridoio del Labirinto e Stanza della Cheli. Il corridoio conduce alla sala da pranzo della Cheli così chiamata per la tartaruga sul tavolo che ivi troneggia. La Tartaruga dalla testa e zampe bronzee fu trovata morta nei giardini del Vittoriale per indigestione di tuberose. E in questa stanza è dunque posta come monito alla sobrietà. A giudizio questa è l’unica stanza della Prioria che non sia triste. È disegnata con motivi, nel soffitto a volta, di conchiglie patinate in oro zecchino, alterna il blu e il rosso alla lacca nera e prende luce da ampie vetrate in alabastro policromo a disegni geometrici. Il mobilio è in stile déco e al centro del tavolo sono posti due pavoni in bronzo argentato e pietre preziose. 

 Stanza della Cheli
Stanza della Cheli

  • Ala Schifamondo e Sala dei Calchi. Schifamondo, termine ripreso da Schifanoia, il Palazzo degli Estensi a Ferrara, è l'edificio in qui il poeta avrebbe dovuto trasferirsi. Le stanze sono state da lui accuratamente predisposte e i lavori furono ultimati dopo la sua morte secondo le precise direttive del poeta e portate avanti da Maroni. La camera da letto in stile dèco, così detta dai grandi calchi michelangioleschi: l’Aurora, a capo del letto, i Prigioni, al lati, e la Madonna medicea. Sul letto fu esposta la salma del Vate il 2 marzo 1938. Sotto l’Aurora, la maschera funebre di d’Annunzio con il motto “Per non dormire, per non morire”.


La visita al Vittoriale continua alle collezioni contenute nel Museo d'Annunzio Eroe e all'Auditorium.




Museo d’Annunzio Eroe


L’allestimento di questo museo, inaugurato nel giugno del 2000, è stato dettato dalla volontà di valorizzare il ricco e prezioso patrimonio storico legato all'esperienza militare di Gabriele d' Annunzio e alle grandi imprese che lo videro protagonista. Sono esposti numerosissimi oggetti di onorificenza come medaglie e bandiere. Nel luglio 2001 il Museo della Guerra è stato arricchito di nuovo e con questo ampliamento è entrata a far parte del percorso espositivo anche la Sala dei Calchi.

Nel 2011 in occasione dell'inaugurazione delle Sale Mario Spada, il Museo della Guerra ha cambiato il proprio nome in Museo d’Annunzio Eroe. Nelle due sale si possono ammirare la collezione d’annunziana dell’ambasciatore Antonio Benedetto Spada caratterizzata da armi, bandiere, oggettistica e autografi. 

Nell'allestimento non si sono volutamente adottate tecnologie espositive moderne ma si è realizzato un museo che rispecchiasse nel suo complesso l’atmosfera della Prioria e continuasse lo spirito e l’essenza della casa così come d’Annunzio e Maroni l’avevano voluta e realizzata.


Auditorium


All'interno dell’Auditorium, al cui soffitto è appeso l’aeroplano SVA 10 con cui d’Annunzio compì il volo su Vienna, è allestita a cura della sezione didattica una mostra fotografica permanente dedicata alla vita del Poeta. Il percorso espositivo, corredato da didascalie nitide ed essenziali, offre un quadro illuminante sia del dannunziano “vivere inimitabile” che dei costumi della Belle Epoque. Nell’auditorium si può assistere alla proiezione di un filmato sulla Prioria.

Auditorium SVA 10
Auditorium - SVA 10


Nave Puglia



Ci dirigiamo ora verso la Nave Puglia. Dovete sapere che la prua di questa nave giunse al Vittoriale in una ventina di vagoni ferroviari e poi rimontata e collocata sul promontorio dal quale oggi svetta. Sulla prua è collocata una grande statua in bronzo raffigurante la Vittoria angolare di Renato Brozzi ed è dedicata all'eroico Capitano Gulli morto nelle acque di Spalato nel 1920.

 Nave Puglia
Nave Puglia


MAS


Risalendo la collinetta, ci dirigiamo ora verso l'hangar contenente il MAS 96, all'esterno dell'edificio troviamo l' iscrizione "Memento Audere Semper" dal significato di Ricorda di osare sempre. Giunto al Vittoriale nel 1925, il MAS è un motoscafo antisommergibile, con il quale il poeta soldato insieme ai compagni Rizzo e Ciano, ha compiuto nel 1918 la “Beffa di Buccari”.

Vittoriale, MAS 96
MAS 96

Mausoleo


Poco distante dall'hangar, a dominare l'immenso complesso del Vittoriale troviamo il mausoleo. Il tumulo funerario con visibili richiami all'architettura etrusco-romana venne costruito da Maroni alla morte del poeta per contenervi le spoglie insieme a quelle di altri valorosi combattenti fiumani.


|Vittoriale|
Mausoleo

Giardini e parchi


Il verde che circonda il Vittoriale è di rara bellezza. Il confondersi e l'alternarsi con la vegetazione di corsi d'acqua, stradine e porticati, consentono al visitatore di assaporare momenti di pura estasi. Da segnalare, il boschetto di magnolie dove sono erette numerose colonne memoriali e inizialmente chiamato Il Vittoriale. 


Vittoriale, Fontana Magnolie
Fontana di Magnolie

Per estensione il nome passa quindi a tutta la proprietà, mentre il luogo votivo diviene l'Arengo. In questo luogo si riuniva d'Annunzio con pochi fedeli compagni fiumani per celebrare cerimonie commemorative.

Vittoriale, Arengo
Arengo


L'itinerario del Vittoriale finisce qui, spero abbiate l'occasione di visitarlo, ne vale davvero la pena.


Alla prossima avventura,

Ciao!












Commenti

  1. Favoloso il Vittoriale :) Elena

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  2. Bellissimo, io purtroppo sono riuscita a vedere solo il parco, dal momento che durante le festività di Pasqua e pasquetta è una cosa impossibile riuscire ad entrare... conto di tornarci al più presto!

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