Itinerario Verona: Short Break nella Città degli Innamorati

Verona, con la sua stagione lirica all'Arena e con la romantica quanto tragica storia shakespeariana di "Romeo e Giulietta", è una città che attira turisti da tutto il mondo. 

Se siete innamorati, andate a Verona!



1 verona panorama 2009
Verona - Panorama


Brevi Cenni Storici

Già presente in epoca preistorica, venne fondata probabilmente dai Veneti ed ebbe grande importanza in età romana. Divenuta cristiana nel IV secolo, fù a metà del V sede amata del Re Ostrogoto Teodorico e quindi ducato longobardo e  sede del Re d'Italia Pipino durante l'Impero Carolingio. Nell'anno Mille, la città venne riunita sotto la Marca di Baviera e nel 1136 fù proclamata la libertà comunale. Successivamente passò sotto il potere di Ezzelino da Romano che diede inizio nel 1277 alla Signoria Scaligera, che durò circa un centinaio di anni, quando la città cadde in mano alla Famiglia dei Visconti. Nel 1405, Verona si offrì liberamente a Venezia, che rimase padrona fino al 1786 quando la Repubblica Veneta venne invasa da Napoleone. Nel 1814 la si trova occupata dagli austriaci e nel 1866, un plebiscito sancisce l'unione di Verona al Regno d'Italia.


Per approfittare di una passeggiata nel centro storico di Verona, ho pensato di creare una mappa con partenza da Piazza Brà, in questo modo il visitatore può scegliere in tutta tranquillità il percorso che più lo aggrada e inoltre, la spiegazione generale della piazza può esser un' informazione in più per chi giunge a Verona e ha tempo solo per visitare una delle tante mostre temporanee ospitate al Palazzo della Gran Guardia.

Ecco qui la Mappa dei Percorsi!

Piazza Bra
Verona - Piazza Bra

Arena, Casa di Giulietta, Piazza Erbe, Piazza dei Signori, Arche Scaligere, Chiesa Sant'Anastasia, Teatro Romano, Castel San Pietro

Itinerario Verona -  Giorno 1  


La più grande e principale piazza di Verona è Piazza Brà, il cui nome deriva dal termine tedesco "breit" (=larga). I lavori per la costruzione iniziarono nel Cinquecento su progetto dell'architetto Michele Sanmicheli e nel corso del Settecento per volere del podestà Alvise Mocenigo, lo slargo sterrato venne trasformato in luogo di passeggio con la costruzione del Liston cioè un marciapiede lastricato che parte da via Mazzini, fiancheggia la piazza e la collega fino al Corso Porta Nuova.

Listone di Piazza Bra (Verona)
Liston

Come potrete vedere la piazza è circondata da numerosi edifici storici che racchiudono più di 2000 anni di storia. Ponendo lo sguardo verso l'arco e le mura medievali troverete il Palazzo della Gran Guardia, iniziato dai veneziani nel Seicento e concluso dagli austriaci nell'Ottocento, assume oggi il ruolo di centro espositivo ospitando numerose mostre temporanee.

Palazzo della Gran Guardia
Palazzo della Gran Guardia

Il vicino Museo Lapidario Maffeiano costruito, nella prima metà del Settecento, per volere dell'erudito e letterato veronese Scipione Maffei, aveva lo scopo di insegnare attraverso la raccolta delle iscrizioni e delle epigrafi, a ricostruire la storia dell'arte e della civiltà classica. La sistemazione architettonica è ad opera di Alessandro Pompei e si scelse di dare all'edificio un aspetto neoclassico perchè consono ai pezzi esposti e in funzione di questi. Nel corso del Novecento la struttura venne poi modificata e le epigrafi vennero inserite lungo le pareti di un portico dorico, che si apre sul cortile rettangolare. Il Museo rimane comunque molto importante perchè fu uno dei primi musei del Settecento ad essere pubblico e utilizzato per funzioni didattico-scientifiche.


Museo Lapidario Maffeiano
                                                                Museo Lapidario Maffeiano

Nella parte sud orientale della piazza vi si trova Palazzo Barbieri, costruito nel Ottocento e utilizzato come caserma austriaca, oggi è sede del Municipio del Comune di Verona. Per la costruzione di questo palazzo venne abbattuto parte del rione di Sant'Agnese con l'omonima chiesa e l'ospedale. Inizialmente il suo nome era Palazzo della Gran Guardia Nuova poi successivamente gli venne affidato il nome del suo progettista, Giuseppe Barbieri.

Palazzo Barbieri

A vegliare sulla piazza è la statua equestre del re Vittorio Emanuele II (1820-1878) realizzata da Ambrogio Borghi e inaugurata nel 1883. Numerose sono inoltre le targhe commemorative affisse lungo i palazzi del Liston e della cinta muraria. La Fontana delle Alpi nel parco è di data più recente e fu donata dai tedeschi nel 1975 in occasione del gemellaggio tra Monaco e Verona. La città inviò una copia della statua di Giulietta che ora si trova presso il municipio tedesco. La fontana è chiamata anche scherzosamente "strucca limoni", perchè la sua forma ricorda quella di uno spremi agrumi.

Fontana delle Alpi
Fontana delle Alpi

A nord, l'Arena Romana, monumento simbolo della città, deve il suo nome dal latino che indica la sabbia che ne ricopriva la platea. E' il terzo anfiteatro romano del mondo per dimensioni (dopo il Colosseo e l'anfiteatro di Capua) giunto in buono stato fino ai giorni nostri. I Romani lo costruirono nella prima metà del I secolo d.C per ospitare gli spettacoli di cui erano particolarmente appassionati tra i quali combattimenti di gladiatori e cacce agli animali feroci ed esotici. Fu costruito all'esterno delle mura cittadine per poterlo rendere facilmente raggiungibile dalle zone circostanti e per tenere fuori dall'abitato possibili affollamenti e violenze. L'Arena fu sempre utilizzata per manifestazioni spettacolari. Dal 1913, l' edificio è diventato sede del più importante teatro lirico all'aperto del mondo, con la possibilità di offrire fino a 22.000 posti (in epoca romana si suppone ne potesse ospitare almeno 30.000). L'enorme spazio del palcoscenico consente, durante il periodo estivo, l'allestimento di gloriose rappresentazioni teatrali e liriche come l'Aida di Verdi.

Arena Romana
Arena Romana

Proseguendo lungo il camminamento del Liston imbocchiamo Via Mazzini, la via dei negozi, la percorriamo tutta e poi giriamo a destra e proseguiamo in via Cappello fino a raggiungere la Casa di Giulietta.

L'edificio, risalente al XIII secolo, fu proprietà della famiglia Cappello, il cui stemma è scolpito sull'arco interno del cortile. L'identificazione dei Cappello con i Capuleti ha dato origine alla convinzione che li sorgesse la casa di Giulietta, eroina della tragedia di Shakespeare (in realtà mai esistita). L'aspetto attuale dell'edificio deriva dal radicale restauro operato all'inizio del XX secolo dall'architetto Antonio Avena, il cui intento era quello di ricreare una dimora medievale ideale.

La casa, presenta una bella facciata interna in mattoni a vista, un portale in stile gotico, finestre trilobate, una balaustra che mette in comunicazione dall'esterno i vari corpi della casa e, ovviamente, il famoso balcone. All'interno sono esposti arredi del XVI-XVII secolo, affreschi relativi alle vicende di Romeo e Giulietta e ceramiche rinascimentali veronesi. Le sale dell'ultimo piano sono coperte da un soffitto ligneo trilobato, con cassettoni dipinti d'azzurro e stelle dorate. Nel cortile è collocata la statua in bronzo di Giulietta di Nero Costantini e sulle pareti del corridoio d'accesso troverete numerosissime dediche d'amore lasciate dai visitatori di passaggio.

Casa di Giulietta
Casa di Giulietta

Piazza delle Erbe è la piazza più antica della città, e sorge sopra l'area del Foro Romano. Nell'età romana era il centro della vita politica ed economica. Con il tempo gli edifici romani lasciarono il posto a quelli medievali.

Il lato nord è occupato dall'antico Palazzo del Comune, dalla Torre dei Lamberti, dalla Casa dei Giudici e dalle Case dei Mazzanti. A collegare il Palazzo del Comune con la Casa dei Giudici, vi è l'Arco della Costa, chiamato cosi per il gigantesco osso di balena che vi pende. Un tempo, secondo le credenze popolari si presumeva che fosse una costola perduta del diavolo, ma in realtà si tratta dei resti di un'antica insegna di un negozio di spezie che vi sorgeva nel medioevo e che affacciava sulla piazza.

Il lato ovest, quello più piccolo, è chiuso dal barocco Palazzo Maffei e ornato da diverse statue di dei greci. Davanti al Palazzo sorge la superba Colonna di San Marco, sulla cui sommità è scolpito nel marmo bianco il Leone di San Marco, a testimonianza della dominazione Veneziana. La vicina Torre del Gardello, alta 44 metri è chiamata anche Torre delle Ore perchè alla sua sommità si trova l'orologio meccanico a campana tra i più antichi d'Europa, che vi suonò dal 1421 al 1810. Le case situate difronte alle Case dei Mazzanti sorgono sull'antico Campidoglio romano e presentano rimasugli di pitture dal tratto rinascimentale.

A sorgere lungo il lato sud, vi è la Casa dei Mercanti o Domus Mercatorum, fatta edificare nel 1301 dagli Scaligeri come sede di Arti e Mestieri e dove oggi ha sede la Banca Popolare di Verona. Le altre case, più anonime, ricordano per il rapporto altezza-larghezza le case-torri di origine comunale.

Il monumento più antico della piazza è la Fontana di Madonna Verona sormontata dalla statua romana del I secolo d.C e fatta erigere nel 1368 dal Cansignorio della Scala. Altro monumento storico è il Capitello, detto Tribuna. Il particolare baldacchino risale al XIII secolo ed era utilizzato per varie cerimonie: in particolare sotto di esso sedevano i Podestà per la Cerimonia dell' Insediamento e vi prestavano giuramento i Pretori. Verso via Cappello sorge la cosiddetta Colonna Antica, una sorta di pilastro gotico sormontato da un' edicola di origine trecentesca, nelle cui nicchie sono scolpite a rilievo le figure della Vergine e dei Santi Zeno, Pietro Martire e Cristoforo.

Verona, Piazza delle Erbe
Piazza Erbe e Fontana Madonna Verona

Murals, Piazza Erbe
Pitture Case dei Mazzanti

Attraversando l'Arco della Costa si giunge in Piazza dei Signori, detta comunemente "Piazza Dante" in onore della statua del sommo poeta che ivi troneggia. Con i suoi tratti aristocratici e arricchita da eleganti costruzioni risalenti al periodo comunale come il Palazzo della Ragione, la piazza è uno dei luoghi più affascinanti di Verona.

Il Palazzo della Ragione o del Comune, è l' edificio più antico della piazza, caratteristico è il paramento murario alternato da mattoni e tufo, la pianta è quadrata e un tempo sopra di esso vi sorgevano quattro torri, oggi la Torre dei Lamberti è l'unica visibile. Nel cortile adiacente vi è la Scala della Ragione eretta nel 1446 e abbellita nel corso del Cinquecento. Altro pregio del palazzo è la Cappella dei Notai, situata al primo piano di quella che un tempo era la torre della Masseria (angolo via Cairoli/via Dante), anche essa costruita nel Quattrocento e presenta una copertura con volte a vela impostate su arco gotico decorate da con grandi dipinti su tela di epoca settecentesca realizzati da artisti veronesi e dal francese Luis Dorighy

Tornando nella piazza e guardando in senso anti orario gli edifici, si può dare un valore cronologico allo sviluppo dei palazzi della piazza che vede tra il XIII e il XIV secolo la costruzione dei palazzi scaligeri, dimore dei signori di Verona e successivamente in epoca veneziana trasformati in Palazzo del Capitano.

Proseguendo lungo il lato breve troviamo quello che secondo la tradizione fu la reggia di Cangrande I della Scala, poi sede del Palazzo del Governo e del Podestà. Notate le merlature ghibelline. Oggi è sede della Prefettura e degli uffici di rappresentanza della Provincia.

Sul lato sinistro, esempio perfetto di architettura rinascimentale è invece la splendida Loggia del Consiglio, dove vi si riuniva il consiglio cittadino nell'ultimo ventennio del XV secolo.

A completare la piazza vi è la facciata seicentesca della Domus Nova, o Casa dei Giudici, interamente ricostruita dopo il crollo avvenuto nel 1511 a seguito di un terremoto che ne aveva danneggiato la struttura.

Palazzo della Ragione
Palazzo della Ragione
Piazza dei Signori - Palazzo del Governo e Loggia del Consiglio
Piazza dei Signori - Palazzo del Governo e Loggia del Consiglio
Casa dei Giudici
Casa dei Giudici

Raggiungiamo ora le Arche Scaligere, passando sotto l'arco situato tra i Palazzi del Capitano e del Podestà. Le arche, pregio dell'architettura e scultura gotica, costituiscono una sorta di cimitero privato nel quale trovano posto, in mezzo agli stemmi della Scala, le sepolture della discendenza scaligera: all'interno del recinto in ferro battuto vi sono infatti le tombe di Mastino II e di Cansignorio, mentre sul fianco della Chiesa di Santa Maria Antica vi è posta la tomba di Cangrande.

Arche Scaligere
                                                                       Arche Scaligere

Proseguiamo il nostro itinerario, prendiamo a sinistra Vicolo del Cavalletto lo seguiamo e dopo aver svoltato a destra in Corso Anastasia raggiungiamo la Chiesa di Sant'Anastasia. Costruita nel Trecento e dedicata a San Pietro Martire, sopra quella che nel periodo longobardo era l'autentica Basilica di Sant'Anastasia, nonostante ciò, oggi la si continua a ricordare con la denominazione longobarda. I lavori furono voluti e finanziati negli anni dalle potenti e nobili famiglie cavalleresche veronesi e la sua consacrazione avvenne nel 1471.

La facciata in cotto, ed esclusione del portale in marmi policromi, rimase però incompiuta. Al suo interno, le tre navate congiunte con volte a crociera e separate tra loro da dodici colonne in marmo bianco e rosso con capitelli gotici a motivi floreali, conservano numerose opere di grande importanza storica e artistica. 

Appena entrati osservate le acquasantiere rette dai due "gobbi", uno dei quali probabilmente realizzato da Gabriele Caliari, padre di Paolo detto il Veronese. Esse, secondo la tradizione popolare, nella posizione prostrata e nei vestiti logori, simboleggiano gli sforzi e l'impoverimento che i veronesi dovettero sostenere per la costruzione della chiesa. 

La Cappella Pellegrini custodisce al suo ingresso l'affresco di San Giorgio e la Principessa, capolavoro del Pisanello e  considerato come uno dei massimi esponenti dello stile gotico internazionale. Degni di nota sono poi gli affreschi della Cappella Cavalli, opera di Altichiero, maestro di Pisanello, e la Pala Centrego di Girolamo dai Libri, uno dei più raffinati pittori rinascimentali attento alla lezione del Mantegna. 


Chiesa di Sant'Anastasia
Chiesa di Sant'Anastasia
A sinistra della Basilica imbocchiamo Via Ponte Pietra e seguiamo la strada fino a giungere all'omonimo ponte sul fiume Adige. Questo ponte, costruito in epoca romana si trova in uno dei punti più suggestivi e caratteristici di Verona. Dai Romani e per i loro commerci era considerato importantissimo perchè univa l'originario tracciato della via Postumia con il colle antistante in corrispondenza di un guado.

Ponte Pietra
Ponte Pietra

Ricostruito più volte nel corso dei secoli questo ponte collega le due sponde del fiume ad un altro monumento davvero importante di antica bellezza ovvero il Teatro Romano. Esso risale al I secolo d.C e venne costruito sfruttando la pendenza di colle San Pietro. Nel corso dei secoli il teatro venne abbandonato e si iniziò a costruire sopra di esso, il suo recupero avvenne nell'Ottocento per mano di Andrea Monga, un medico appassionato di archeologia, e del Comune di Verona. Le case che sorgevano sulla cavea del teatro vennero demolite, e a testimonianza del precedente edificato rimane oggi solamente la chiesa dei santi Siro e Libera che sorge sulle gradinate interrompendone il corso.

Durante gli scavi, furono rinvenuti numerosi reperti come sculture, decorazioni, iscrizioni che vennero poi dislocati tra il cortile antistante l'ingresso e i vari musei cittadini.  Una grande raccolta di questi reperti insieme alle testimonianze romane e non solo rinvenute nella città sono conservate nel vicino Museo Archeologico (chiuso per restauro) realizzato e allestito nelle sale dell'ex convento di San Girolamo. Dal 1948 il Teatro è sede dell' Estate Teatrale Veronese e ospita grandi eventi come il Festival Shakespeariano, Danza, Verona Jazz e Rumors Festival.

Teatro Romano
Teatro Romano

Direttamente sopra il Teatro Romano e salendo la vicina scalinata a sinistra, si raggiunge Castel San Pietro. Il colle fin dall'epoca romana ha sempre avuto un' importanza strategica per la difesa della città.

Nel 1400, Giangaleazzo Visconti costruì Castel San Pietro, successivamente l'insediamento si arricchì di vari fabbricati di servizio come il palazzo del comando, le caserme, i depositi, e la polveriera. Per giungere alla storia più recente, nel 1840 gli austriaci demolirono i resti del castello visconteo e nel 1851 iniziarono la costruzione dell'attuale caserma-fortezza in stile neo romanico, i cui lavori furono ultimati nel 1856 e ancora oggi ben visibili.

Il castello, di proprietà del comune dal 1932, è stato acquistato dalla Fondazione Cariverona e sono stati avviati i lavori di restauro per ospitare la nuova sede del Museo Civico di Storia Naturale. Nel corso del 2013 durante alcuni scavi è stato scoperto un tempio romano risalente al 90 a.C e i lavori di restauro aspettano nuovamente il via libera dalla soprintendenza per proseguire. Ma se per adesso, non è ancora possibile visitare il museo, su questo colle consiglio comunque d'andarci per godere di un panorama sulla città,  romantico e suggestivo.

Castel San Pietro
Castel San Pietro

Piazza Brà, Porta Borsari, Museo di Castelvecchio e Ponte Scaligero, Basilica di San Zeno

Itinerario Verona - Giorno 2  


Da Piazza Brà superato il Liston ma prima di via Mazzini, imbocchiamo via Guglielmo Oberdan per raggiungere l'antica Porta Borsari.

Porta Borsari era la porta di rappresentanza della città romana, posta sull'accesso principale alla città, quello dell'antica via Postumia, che collegava Aquileia con Genova. Il nome Borsari le fu dato nel medioevo, quando sulla porta erano posti dei gabellieri che riponevano i dazi sulle merci in ingresso all'interno di grosse borse. Il nome romano era probabilmente Porta Iovia, da un tempio dedicato a Giove che sorgeva nelle vicinanze e i cui resti sono stati ritrovati durante recenti scavi.

Ciò che rimane oggi della porta romana è solo la facciata decorativa in pietra calcarea bianca. La porta vera e propria, che doveva assomigliare ad un piccolo fortino è andata completamente distrutta. Sugli edifici alla sinistra della porta sono ancora visibili tracce del muro romano utilizzato come fondamenta per la costruzione dei palazzi seicenteschi. Anche Porta Borsari, come molti edifici romani di Verona, fu un'importante fonte di ispirazione per artistici e architetti rinascimentali.

Porta Borsari
Porta Borsari

Dalla porta seguiamo corso Cavour fino a giungere alle mura scaligere che circondano il Museo di Castelvecchio. Il Castello costruito da Cangrande della Scala risale al 1354-1356. Successivamente venne destinato ad un uso difensivo e militare, ad accademia di ingegneria militare sotto il governo della Serenissima e ad una caserma francese in epoca napoleonica. Il museo era considerato una "Casa Matta" perchè utilizzato e destinato ad ospitare militari in caso di attacco armato.

Tra il 1924 e 1926, l' intervento di Antonio Avena e Ferdinando Forlati vide il Castello trasformarsi in Museo per Le collezioni civiche veronesi. Lo stile dell'edificio venne completamente stravolto e costruito in un ottica medievale, con nuove merlature, utilizzando ex novo alcuni pezzi mai caduti e portando alcuni pezzi di altri palazzi veronesi. L'aspetto finale era quello di un palazzo Neo-Veneziano che richiamava allo stile gotico. Venne inoltre acquistato mobilio d'epoca e commissionati ad artisti contemporanei la pittura di affreschi medievali. Il 4 gennaio 1945 il museo viene bombardato e i tedeschi, prima di andarsene, minarono i ponti compreso quello di Castelvecchio danneggiando notevolmente la struttura dell'edificio. 

Fu così che dopo la Seconda Guerra Mondiale, la prima battuta di lavori è data dal ritrovamento della struttura e nel tentativo di una trasformazione moderna dell’edificio stesso.

Il programma di lavoro di Licisco Magagnato e Carlo Scarpa puntava alla volontà di un recupero integrale di autenticità  ricercando le tracce più antiche nel corpo vivo dell’organismo architettonico e liberandolo dalle contraffazioni “in stile” avvenute per mano di Avena. 
Nel 1957 iniziarono i lavori e si conclusero nel 1964.
Grazie all'intervento di Scarpa, le caratteristiche principali della nuova struttura oggi visibili sono: 
  • Nella facciata utilizza vetri moderni, i serramenti sono in ferro e vetro all’interno di finestre polilobate.
  • Toglie il vecchio intonaco, mantenendone solo alcune tracce e mette uno strato sottile di cemento.
  • Inserisce nelle sale un sottile solco di pietra che, simbolicamente, disegna il perimetro degli ambienti separandolo dall’attacco delle pareti dal piano del pavimento. È detta “canaletta” in questo modo sia muro che pavimento diventano supporti espositivi.
  • Il museo ritrova una relazione concreta con il territorio in cui è radicato ed ha origine di essere. Noterete infatti la pregnanza simbolica nell’uso della pietra di Prun (color rosa). I materiali impiegati e la loro lavorazione artigianale sono patrimonio di una tradizione costruttiva locale. 
  • Scarpa, essendo veneziano e attratto dalla cultura giapponese decide di installare una fontana molto bassa che fa da specchio alla struttura
  • Nel “sacello”, all'interno sono conservati pezzi di oreficeria e all’esterno è rivestito da tessere scavate e altre levigate in pietra avocando i mosaici di San Marco e la pittura astratta di Mondrian.

Museo di Castelvecchio
Museo di Castelvecchio

Nel 1958 Scarpa allestisce la Mostra “Da Altichiero a Pisanello” che sarà il punto di partenza del successivo riallestimento globale di Castelvecchio. Si cerca di coniugare la luce naturale con quella artificiale e la collocazione delle opere è in funzione di questa. Abbiamo una grande spazialità interna dovuta alle poche opere esposte. Molte opere infatti sono riposte in magazzino.

A pian terreno troverete la Galleria delle Sculture Medievali, luogo molto affascinante per come l'allestitore ha deciso di esporre le opere e per come in base all'incidenza della luce decide su quali dobbiamo porre maggior attenzione.

La Crocefissione
La Crocefissione

Per raggiungere il primo piano si sale lungo una scala esterna, che corre attorno alla Statua di Cangrande della Scala, di Giovanni Pisano. Il supporto dove poggia è fatto come un origami, e la statua rappresenta l'emblema del museo. 

Statua Cangrande della Scala
Statua Cangrande della Scala

Il primo piano, rispetto al pian terreno è totalmente differente, sia nell'uso dei materiali che da un punto di vista espositivo. Qui si trova la Pinacoteca con quadri e pitture di artisti veneti e fiamminghi, il cui intento è quello di mostrare il percorso e lo sviluppo della storia dell'arte partendo dagli affreschi XIII e XIV secolo fino a raggiungere il Settecento. Potrete dunque ammirare capolavori di Altichiero, Pisanello, Bellini, Liberale da Verona, Mantegna, Crivelli, Tintoretto, Veronese, Veneziano, Tiepolo, Guardi, Longhi, Cignaroli e di molti altri.

La visita del museo si conclude con la passeggiata lungo i camminamenti di ronda del Castello, dal quale insieme al Ponte Scaligero si scorge un panorama bellissimo sull'Adige e ottimo per una foto ricordo!

Ponte Scaligero
Ponte Scaligero

Usciti da Castelvecchio, a destra, seguiamo Largo Don Bosco e subito a sinistra hanno inizio le Regaste di San Zeno che ci condurranno fino all'omonima Basilica. Il termine "regaste", indicherebbe in dialetto un tratto di riva del fiume rialzato e difeso da un muro. Quello che seguiremo, infatti, è un percorso pedonale lungo il fiume Adige altimetricamente separato dal manto stradale e per questo molto tranquillo e sicuro. Giungiamo all'incrocio con Via Berto Barbarani e svoltiamo a sinistra, attraversiamo Piazza Corrubbio e svoltiamo a destra in Via San Procolo. E così, dopo una breve e piacevole passeggiata, si giunge alla magnifica Basilica di San Zeno.

Basilica di San Zeno
Basilica di San Zeno

La basilica di origine romanica venne costruita nel IX secolo per volere del Re Pipino, figlio di Carlo Il Grande. Successivamente a causa di un violentissimo terremoto venne rifatta tra il 1120 e il 1138 e in seguito nei secoli XIII-XIV ampliata. All'occhio del visitatore la facciata si presenta di un intenso cromatismo con prevalenza dei toni rossi segnati dall'alternarsi di pietre di tufo e mattoni come abbiamo già visto in precedenza per la Chiesa di Sant'Anastasia. Il rosone centrale o Ruota della Fortuna, opera del Maestro Brioloto, è decorato da sei statue che raffigurano l'alternarsi delle vicende umane.

Il Protiro, firmato dal Maestro Niccolò, è sorretto da due leoni stilofori (cioè reggenti una colonna ciascuno) e a copertura della struttura sono posizionati due telamoni rannicchiati sormontati a loro volta da bassorilievi di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. Il Portale è decorato da formelle in bronzo raffiguranti santi e figure storiche. Gli altorilievi ai lati del portale sono decorati con soggetti sacri tratti dell'Antico e Nuovo Testamento e profani come il Re Teodorico.

L'interno della chiesa è composto da tre navate divise da pilasti e colonne e presenta un soffitto a carena di nave, molto particolare. Anche se più simile ad una loggia, la Cripta, accoglie le spoglie di San Zeno e i suoi capitelli sono tutti differenti. Salendo sul presbiterio, da non perdere il Trittico del Mantegna raffigurante la "Madonna in trono tra i Santi", e l'affresco della "Crocefissione" di Altichiero. Dal fascino particolare è anche "San Zen che ride", la statua del santo che ivi si trova scolpita in marmo rosso e colorato probabilmente per testimoniare le presunte origini africane.


Consigli Pratici

Grazie alla sua posizione strategica, la città è facilmente raggiungibile in treno provenendo sia da Venezia che da Milano/Torino e sia da Bolzano che da Bologna. Vi consiglio di soggiornare almeno una notte, tra hotel e b&b la città ne è davvero ricca e ben organizzata. Anche qui come in altre città d'arte è presente una card cittadina, la Verona Card, che offre al visitatore trasporti gratuiti sui mezzi pubblici ed entrate gratuite o ridotte alle principali attrazioni. Le due versioni della tessera hanno validità 24h (Euro 15,00) o 72h (Euro 20,00).

Cena o Apericena? 

Io spesso preferisco la seconda soluzione e quindi mi sento di consigliarvi di fare aperitivo al Rivamancina a pochi passi dal Teatro Romano, spendendo pochi euro potete approfittare di un ricco e gustoso buffet. L'accoglienza in questo locale è davvero ottima.



L'Itinerario nella Città degli Innamorati finisce qui.

Alla prossima avventura,

Ciao!






Commenti